Il disturbo bipolare è un disturbo dell’umore caratterizzato da alterazioni cicliche dell’umore, talora intervallate da periodi asintomatici.
In altri termini, nelle forme più tipiche del disturbo bipolare, fasi depressive si alternano a periodi connotati da esaltazione dell’umore (mania), episodi di opposta polarità (da cui il termine di “disturbo bipolare”) che possono essere o meno intervallati da periodi di umore normale (“eutimia” o “umore in asse”).
Episodio maniacale:
A) un periodo definito di umore anormalmente e persistentemente elevato, espansivo, o irritabile, della durata di almeno una settimana (o di qualsiasi durata se necessaria l’o-spedalizzazione).
B) Durante il periodo di alterazione dell’umore, tre (o più) dei seguenti sintomi sono stati persistenti e presenti a un livello significativo (quattro se l’umore è solo irritabi- le):
- autostima ipertrofica o grandiosità;
- diminuito bisogno di sonno (per esempio, si sente riposato dopo solo tre ore di sonno);
- maggiore loquacità del solito, oppure spinta continua a parlare;
- fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente;
- distraibilità (cioè, l’attenzione è troppo facilmente deviata da stimoli esterni non importanti o non pertinenti);
- aumento dell’attività finalizzata (sociale, lavorativa, scolastica o sessuale), oppure agitazione psicomotoria;
- eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose ( per esempio, eccesso nel comprare, comportamento sessuale sconveniente, investi- menti in affari avventati).
Episodio depressivo:
Almeno cinque dei seguenti sintomi sono stati presenti per almeno due settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è costituito da:
- umore depresso perdita di interesse o piacere.
- umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto (per es., si sente triste o vuoto) o come osservato dagli altri (per es., appare lamentoso).
- marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte o quasi tutte le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno.
- significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore del 5% del peso corporeo in un mese), oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno.
- insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
- agitazione o rallentamento psico- motorio quasi ogni (osservabile dagli altri non semplicemente sentimenti soggettivi di.essere irrequieto o rallentato)
- faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno.
- sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti) quasi ogni giorno (non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per essere ammalato).
- ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno (come impressione soggettiva o osservata dagli altri).
- pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio.
La durata degli episodi maniacali o depressivi varia da poche settimane ad alcuni mesi, ma la loro frequenza è variabile; i periodi di eutimia possono durare anni.
Ogni soggetto presenta un suo “ciclo” che comprende fasi depressive, maniacali e “normali”. Si considera rapido un ciclo che si ripresenta almeno quattro volte l’anno. Talvolta l’umore ha variabilità quotidiana, il che rende la vita estremamente difficile.
Si calcola che questo disturbo è presente nell’1% della popolazione; più frequente nelle donne. Mediamente, l’età di insorgenza è successiva ai trent’anni ma possono verificarsi esordi precoci.
Con il termine ciclotimia, come si diceva più sopra, ci si riferisce ugualmente a un alternarsi di fasi depressive e ipomaniacali, però mai così gravi e debilitanti da richiedere un ricovero ospedaliero o da compromettere totalmente l’attività sociale e lavorativa dell’individuo.
Generalmente i periodi di umore alterato durano alcuni mesi, intervallati da periodi di umore normale (eutimia, periodi o fasi eutimiche) della durata di vari mesi o anni. Mediamente la frequenza è di quattro episodi di alterazione in dieci anni, ma sono possibili anche cicli più rapidi. Si parla di “disturbo bipolare a cicli rapidi” se la frequenza arriva a quattro o più episodi all’anno.
Questa è la forma più tipica e comune di disturbo bipolare, il cosiddetto “disturbo bipolare tipo I”; ma esistono anche forme più sfumate, il “disturbo bipolare tipo II” e il “disturbo ciclotimico di personalità” o “ciclotimia”. Nel disturbo bipolare tipo II gli episodi maniacali sono meno intensi che nel tipo I (episodi “ipomaniacali”), e nella ciclotimia tutti gli episodi, anche quelli depressivi, sono meno intensi e con una ciclicità meno netta, sicché l’individuo passa in modo graduale fra periodi di umore alto e basso senza chiare soluzioni di continuo. Nella ciclotimia le eventuali fasi di umore normale non durano mai più di due mesi. Vi sono pure individui che, al di fuori di occasionali periodi depressivi, passano tutta la vita o quasi in umore ipomaniacale, al punto che loro stessi e chi li circonda arrivano a considerare normale quello stato.